domenica 29 aprile 2012

La trasgressione in cucina...

C'è uno spot pubblicitario (qui linkato) che in questi giorni tormenta gli intermezzi tra i pochi programmi televisivi che guardo. Si tratta dello spot di una marca di cucine, interpretato dalla (bellissima) Vittoria Puccini e diretto nientemeno che da Ferzan Ozpetek.
Lo slogan finale, dopo che l'attrice ha tracannato fino all'ultima goccia; anzi, fino al risucchio, un succo di frutta, è: "Solo in una cucina così posso fare tutto quello che voglio".
Lo spot è certamente di abile concezione, e gioca su due piani sovrapposti: da un lato la raffinatezza dell'attrice, testimoniata anche dal suo vestito, che va a sovrapporsi a quella della cucina; dall'altro il desiderio di non apparire troppo formali o chic, instillando un pizzico di malizia (il sorriso complice, il risucchio, lo slogan). Solo un pizzico, però; senza esagerare (pensate per confronto allo spot di cucine di un'altra nota marca, dove lui sogna di giocarvi a rugby cogli amici).
Questo è il punto: per non voler esagerare, la fantomatica trasgressione (sì lo so, è un vocabolo abusato che andrebbe posto in quarantena per un lustro almeno) diviene stucchevolezza, ed il sorriso finale suscita in me solamente un moto di compatimento. Chi, trovandosi solo in cucina, si preoccuperebbe (e men che meno compiacerebbe) di un gesto simile? D'altra parte, nell'immaginario di chi progetta questi slogan, la cucina non è probabilmente un oggetto ad uso e consumo prevalentemente maschile, il che rende, Deo gratias, meno appetibile la sciapa variante sensuale. Ma non sarebbe stato sufficiente far accadere il "fattaccio" in presenza, ad es., di un ospite?

giovedì 26 aprile 2012

Uno Zucco Angelone in stile Trad

Su "puccia la piccia"
Su "cefalea"
Su "Coming out"
Il maestro Gianni su "Coming out"
Appena rientrato da Los Angeles, dopo un interminabile viaggio funestato da un ritardo di tre ore da parte della peggior compagnia con cui abbia mai volato (British Airways, che sconsiglio vivamente), corro a riposare per essere decentemente sveglio il giorno dopo e unirmi a Giancarlo e un gruppo di suoi amici della FALC di Milano, che fortunatamente decidono di venire all'Angelone, settore Rocce basse. Allo sbocco del sentiero ci sono alcuni monotiri tra il 5b ed il 6a, che salgono tra placche e fessure. Tuttavia, è possibile seguire le fessure e ripetere queste "vie" in stile trad, proteggendosi con nut e friend. I due monotiri La prugna della zia Antonietta (5c) e Puccia la piccia (6a) si fanno tranquillamente; più a sinistra c'è Cefalea (5b) che, nonostante il grado più abbordabile, è in realtà più impegnativa delle altre due per via della minore proteggibilità e obbliga ad uscire con una certa decisione dal pur facile strampiombo.
Lievemente a destra si trovano altre vie; noi abbiamo provato solo la prima, Coming out (6a+), seguendo le fessure appena a sinistra dei fittoni, ma visto il grado un po' troppo elevato per i miei gusti, ho utilizzato senza troppe remore i fittoni nella parte alta della via.
L'esperienza è certamente da ripetere, e a mio parere è un'ottima introduzione all'arrampicata tradizionale (in caso di dubbio, si può sempre rinviare in un fittone). Naturalmente, non tutte le falesie sono adatte (anzi!), ma la conformazione della roccia dello Zucco Angelone, con le frequenti fessure, rende questo approccio molto divertente!

domenica 22 aprile 2012

El Agave

2304 S. Diego Avenue
San Diego, CA, USA


Nella zona della cosiddetta Old Town di San Diego, ormai praticamente trasformata in una tourist trap, si trova questo ristorante messicano "rivisitato". Non aspettatevi uno di quei posti di pessima qualità stile fast food; El Agave ha invece una più che buona cucina anche se la scelta del menù non è molto ampia (e non è detto che sia un male) ed è ormai una tappa quasi obbligata dei miei purtroppo non frequenti soggiorni a San Diego. La shrimp enchilada che ho assaggiato qualche giorno fa era notevole, così come il riso che la accompagnava, ma la cosa più sorprendente al primo approccio sono le centinaia di bottiglie di tequila che vi guardano dalle vetrine che coronano il locale. Con questa scelta, non esitate ad ordinare uno dei margarita della lista per dissetarvi (e fate attenzione alle regole USA sulla guida in stato di ebbrezza)!

Il ponte di Paderno - storia e struttura

a cura di Clara Bertolini
Electa, Milano, 1989


Per tutti gli studenti bergamaschi che gravitano attorno alle Università milanesi, il ponte di Paderno è un appuntamento irrinunciabile. Può essere giornaliero oppure aperiodico, ma tutti hanno attraversato il ponte e lo hanno ammirato. E tutti hanno sentito la balla del progettista che si butta dal ponte il giorno del collaudo (e che in realtà morì tranquillamente nel suo letto nel 1911, mentre il ponte fu terminato nel 1889).
Questo libro racconta la genesi, il progetto e le condizioni "attuali" (nel centenario della costruzione, ormai 30 anni fa) del ponte, passando, in una lettura assai gradevole, dalla storia dello sviluppo ferroviario e del suo impatto sull'ingegneria delle costruzioni di fine '800 all'evoluzione della Scienza delle Costruzioni con la nascita degli approcci iperstatici (lontani ricordi dell'esame di SdC), fino al progetto del ponte e la sua realizzazione. Segue poi una seconda parte più tecnica, dove sono descritte le prove su campioni di materiale simile a quello utilizzato per il ponte, un calcolo strutturale aggiornato e una proposta di restauro. Un ricco corredo iconografico (come si dice in questi casi...) completa l'opera. A lettura ultimata, non ho potuto fare a meno di andare a visitare il ponte e ammirare da vicino il capolavoro di Jules Rothlisberger. A volte è bello sentirsi "ingegneri"!

venerdì 13 aprile 2012

Ristorante Momi

Blevio (CO), Fraz. Girola

Dopo aver visitato la bellissima mostra sui Bruegel a Villa Olmo, Como (andateci!), ci dedichiamo ai piaceri della gola e seguiamo per pochi km la strada verso Bellagio fino a Blevio. Si scende fino al lago per una stradina (per fortuna a senso unico), si parcheggia (pochi posti) e si entra. Bellissimo l'ambiente, soprattutto d'estate quando si può mangiare nel dehor. Noi, inseguiti da una pioggia torrenziale, ci siamo "accontentati" di osservarne l'effetto sul lago dall'interno, accompagnati dai sapienti piatti di Momi. Ottimo il riso bianco e nero con zenzero e spinaci, seguito dall'immancabile pesce di lago - agoni e lavarelli - che non mangiavo da un bel po'. Lista dei vini abbastanza contenuta, ma con altra nota di merito per il Grumello di Marsetti, che non conoscevo e che andrò a riprovare nella prossima incursione in Valtellina. Il dolce (torta al cioccolato) non mi ha invece regalato particolari emozioni. Assai cordiale il proprietario e chef, che racconta di travestirsi da capitano durante l'estate, per attirare i passeggeri dei battelli lacustri. Torneremo a verificare.

mercoledì 4 aprile 2012

Occupazione laureati e Ing. Elettronica


Occupazione laureati 2° liv. (Fig.42 del rapporto)

Tasso di disoccupazione a tre anni (Fig.43)

Stipendio netto mensile (Fig.52)

Stipendio per tipologia impiego (Fig.54)

Come ogni anno è uscito il rapporto AlmaLaurea sulla situazione occupazionale dei laureati; il rapporto completo  è scaricabile qui. Da un certo punto di vista si potrebbe dire che le indicazioni non sono nuove, nel senso che confermano dati e tendenze già note. Vale la pena, tuttavia, di estrarre qualche dato comparativo tra i diversi corsi di laurea, per guardare poi al dato relativo ad Ing. Elettronica.
Cominciamo dai dati sull'occupazione a tre anni dalla laurea specialistica (quindi, laureati 2008). Il trend è quello atteso, con qualche sorpresa (almeno da parte mia): l'alto piazzamento di architettura e quello relativamente alto del ramo "politico-sociale", contrapposto ai valori piuttosto bassi dei settori "chimico-farmaceutico" e "scientifico".
I dati sul tasso di disoccupazione confermano il trend, precisandolo (ad es., chi non lavora potrebbe fare un dottorato). E' vero che pochi tra gli imberbi che scelgono un corso di laurea si preoccupano del loro futuro, ma sarebbe utile che questi dati circolassero un po' di più nelle scuole secondarie. Altri dati (che non riporto) evidenziano una maggior occupazione degli uomini rispetto alle donne (+7%) e dell'area geografica del Nord rispetto al Sud (+11%).
La Fig.52 del rapporto indica invece lo stipendio netto mensile, sempre a tre anni dalla laurea. A parte la considerazione più ovvia, ovvero che viviamo in un paese dove gli stipendi sono da fame, è interessante notare la correlazione tra i diversi grafici: le professioni più richieste sono meglio retribuite.
La distribuzione per impiego si trova in Fig.54. Un po' sorprendente che in testa ci sia la pubblica amministrazione, ma potrebbe essere dovuto al fatto che in quel settore gli stipendi sono determinati da contratti e non si fa ricorso (almeno ufficialmente) a collaborazioni sottopagate che mascherano lavoro dipendente. Seguono a ruota Energia ed Elettronica, a testimonianza del loro ruolo nel mondo industriale; staccata Informatica. Per via dell'alto numero di laureati o perché vi è comunque una massa di lavoro relativamente "poco qualificato" che viene svolto (anche) da alcuni laureati? Infine, mi paiono un po' sospette alcune voci in fondo alla classifica...
Per finire, ho dato un'occhiata ad alcuni dati relativi ad Ing. Elettronica, reperibili facilmente qui. Il voto di laurea medio è 108,2, enormemente alto! In circa la metà degli Atenei convenzionati con AlmaLaurea (peccato che il Politecnico di Milano non ci sia, ma dovrei riuscire a reperire i dati...), la media di laurea (dove la lode conta 113) è superiore a 110, il che significa che quasi tutti si laureano con lode. Escludendo che i geni si concentrino stabilmente in questi Atenei, lascio a voi trarre le conclusioni. La più "cattiva", o la più "seria", sembra essere Padova, con media di 103/110.
Un 15% in media si iscrive al Dottorato, con punta del 37% a Salerno (dove la durata media degli studi è la più alta, 3,7 anni per la LM) e minimo del 7,1% a L'Aquila, dove però il tasso di occupazione è molto alto. Il record negativo di occupazione spetta a Messina e Reggio Calabria, con tasso di disoccupazione intorno all'11%, mentre molte altre facoltà registrano uno 0% a tre anni dalla laurea. Bisogna dire però che in molti casi il numero di laureati è piccolo (10-15), rendendo un po' opinabili questi risultati.
I dati complessivi mi paiono assai confortanti; visto che settimana scorsa ero all'open day della laurea in Ing. Elettronica del Politecnico, non mi resta che sperare che qualcuno li guardi prima di scegliere il corso di studi...