domenica 20 gennaio 2013

La crota di S. Pietro

Via S. Pietro, 52
Alzano Lombardo (BG)


Un angolo di Piemonte nel paese di Alzano Lombardo, a pochi km da Bergamo sulla strada della Val Seriana. Ieri, dopo aver visitato la mostra Bergamo antiquaria (che mi è sembrata in verità inferiore a quella dell'anno scorso, pur avendo dei pezzi - e prezzi - notevoli), raccogliamo un suggerimento e andiamo a dare un'occhiata (e non solo quella) a questo locale, aperto da circa un annetto. Il proprietario ci accoglie informandoci che il locale è normalmente chiuso a mezzogiorno tranne la domenica, ma che ha accettato comunque la nostra prenotazione; un buon viatico per quel che seguirà. Abbiamo così il ristorante e nostra completa disposizione, seppur con un menù un po' ridotto rispetto alla lista. Proprietario della valle ma, come ci dice, "mezzo piemontese", avendo acquistato da anni una cascina sulle colline di Nizza Monferrato; la cucina è rivolta alle Langhe e al Monferrato, con una cura per i prodotti e gli ingredienti di filiera. Locale ricavato da una vecchia torre con belle volte a botte e tavola apparecchiata con cura; come amuse bouche ci portano una mousse di zucca e amaretto che fa ben pensare a quello che ci aspetta.
Per uno scrupolo indegno (che naufragherà poi nella bottiglia) saltiamo gli antipasti dovendo "lavorare" nel pomeriggio e partiamo con i primi: mi lascio tentare da degli gnocchi di castagne e zucca dal gusto interessante, ma devo confessare che i classicissimi agnolotti al plin del mio commensale erano superiori.
Purtroppo il bollito misto a cui non avrei saputo né voluto rinunciare è disponibile solo su prenotazione, e la natura un po' improvvisata della nostra visita limita la scelta; ci dirigiamo entrambi verso la classica tagliata di fassona; carne ottima che mi lascia sempre e comunque recriminare sulle porzioni. Nel menù, per le prossime visite, anche un filetto di maialino e un guanciale di bue.
Siamo così ai dolci. Anche qui seguo la tradizione con il classicissimo bonet e un po' mi pento: nulla da dire sul piatto, per carità, ma quando vedo - e assaggio - la fantastica bavarese di castagne capisco di aver fatto ancora la scelta non ottima.
Discorso a parte per il pane fatto in casa, soprattutto quello nero; una vera tentazione che gareggia con i cibi, e per i vini. La vasta selezione copre piccoli produttori del Piemonte con un occhio al Monferrato con i suoi Dolcetto e Barbera. Poi ci sono i vini dell'azienda agricola di famiglia (Az. Agr. San Martino) di cui assaggiamo un Barbera 2009: vino interessante e dal gusto abbastanza rotondo, ma che secondo me lascia un po' troppo spazio al legno della barrique; anche la gradazione alcolica di ben 15° non aiuta. Con il dessert chiediamo un bicchiere di vino da accompagnamento ed il risultato è una bottiglia di Moscato che viene tranquillamente lasciata sul tavolo... e che finirà completamente svuotata!
Anche la cordialità dei proprietari è da rimarcare; va così a finire che tra un piatto e l'altro si chiacchiera della famosa cascina, della decisione di piantar tutto e darsi alla passione per la ristorazione, della nocciola delle Langhe e dei piatti che non abbiamo potuto assaggiare. Un posto dove ritornare assolutamente!

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