lunedì 19 agosto 2013

Single malt Scotch whiskies



Le regioni dello Scotch whisky
Non sono un appassionato di spiriti, a cui ho da sempre preferito uno (o più) bicchieri di vino, ma bisogna convenire che non si può giungere in Scozia senza cedere alla tentazione di provarne qualcuno. Trovandomi nel West End di Glasgow, diamo quindi inizio ad un'improvvisata e un po' surreale degustazione (mi fa da mentore alla scoperta dei malti scozzesi Salvatore, siciliano trapiantato sul vallo di Antonino) che prende piede nel corso di diverse serate dilapidate a Òran Mór, una chiesa neogotica poi tornata a nuova (e secondo qualche irriducibile materialista, miglior) vita come bar e ristorante. Forse non il miglior whisky bar della città, ma certamente raccomandabile per l'ambiente e - perché no - per qualche simpatico incontro.
Ma veniamo a noi: se dovessi racchiudere tutto in una frase direi che sono rimasto colpito dalla varietà di aromi e soprattutto di sapori che si sprigionano da queste bottiglie e che le mie preferenze al momento vanno per i torbati delle isole. Per riordinare le mie impressioni uso qui una suddivisione delle regioni di produzione dello Scotch whisky che non è ufficiale (ovvero definita dalla Scotch whisky association), ma ha il pregio di essere almeno geograficamente più semplice: Islands, Highlands, Speyside, Lowlands (vedi mappa). Ad ogni regione abbiamo dedicato una serata; sarebbe stato interessante aumentare il numero di campioni, ma la quantità di alcool in corpo (la cena precedente la degustazione non era mai per astemi...) ha suggerito il contrario. Queste le impressioni (purtroppo registrate a distanza di un po' di tempo):
Islands (incl. Islay): i più interessanti, a mio parere. Note salmastre, sapori spesso decisi e torbati, ma anche delle sorprese.
Ardbeg 10Y: una "potenza" di torbato e salmastro, un sapore che non si dimentica.
Lagavulin 16Y: anche qui la torba si sente, ma i sapori sono forse più bilanciati che non nel precedente; un ottimo whisky.
Bunnahabhain 12Y: siamo nelle isole? Sapore quasi dolce, vellutato, note affumicate molto più lievi dei precedenti; molto interessante.
Talisker: certamente più simile al precedente che non ai primi due; salmastro e un po' speziato.
Highlands: la regione più estesa, di cui sarebbe stato auspicabile provare qualcosa di più.
Old Pulteney 12Y: note salmastre che lo apparentano ai precedenti; mi ha piacevolmente colpito.
Glenmorangie nectar 12Y: delicato, aromatico.
Speyside: passa per essere il "triangolo d'oro" degli whisky, regione particolarmente vocata delle Highlands dove si concentra il maggior numero di distillerie.
Tomintoul 12Y: molto pulito e rotondo; da riprovare.
Macallan 18Y: l'unico dei brand che conoscevo di nome che abbiamo assaggiato. Leggere note affumicate.
Benromach 10Y: note affumicate su sapori delicati; buono.
Lowlands: la regione a sud dellla Scozia, con solo quattro distillerie attualmente aperte.
Auchentoshan: il "whisky di Glasgow", vista la vicinanza alla città. Note delicate e floreali, come si dice siano questi whisky; una sorpresa positiva.

Due note finali: distinguere i sapori del whisky non è facile (almeno, per me)! Sarà la mancanza di "allenamento", sarà il contenuto alcolico, sarà la diversità dai profumi del vino a cui sono più abituato (per quanto i risultati siano decisamente opinabili), ma catalogare questi sapori è ben più difficile del previsto. Inoltre, ho imparato che i sapori cambiano se si aggiunge un po' di acqua e che questo non è un'eresia; anzi! Assaggiate quindi il distillato in entrambe le condizioni e decidete cosa preferite (un personaggio singolare che abbiamo conosciuto una sera e che ci ha pure offerto il Bunnahabhain metteva quasi più acqua che whisky, ma direi di limitarsi a piccole quantità). Un ringraziamento finale a Salvatore per il corso accelerato, ma anche per l'ottima ospitalità a Glasgow. Certamente la Scozia merita una visita più attenta della mia... e non solo per i distillati!

2 commenti:

  1. Vedo che ti sei fatto una bella cultura in poco tempo!
    Meno male che sei andato via, altrimenti una cirrosi non ce la toglieva nessuno! :-)

    Salvatore

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    1. Olà, grazie ancora di tutto! Comunque la cultura va coltivata, altrimenti l'effetto del corso intensivo si affievolisce e poi mi tocca fare il corso di recupero... :-)

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