martedì 7 aprile 2015

Patata bollente

Simone sul 3° tiro.
Alberto e Daniela su Topo bianco.
Tracciato della via (verde). In rosso la via Nulla al caso,
in azzurro la Bega.
Corma di Machaby
Parete S


Se un po' di anni fa mi avessero parlato de La patata bollente il mio immaginario sarebbe subito andato al "mitico" film di Steno del '79 con un Pozzetto compagno "duro e puro" e una bellissima Edvige Fenech. Oggi, dopo l'uscita di sabato alla Rocca di Baiedo, dove mi sono finalmente deciso a calcare le placche di Solitudine, mi ritrovo invece non con Edvige, ma con la più algida roccia di Arnad, mezzo addormentato per il furto di sonno dell'ora legale. Il numeroso manipolo di lombardi si disperde tra Bucce d'arancia e Topo bianco mentre io e il prode compagno di cordata proseguiamo qualche metro a dare un'occhiata a questa Patata bollente, tanto per restare in contatto visivo con gli altri. Via piacevole caratterizzata da un bel terzo tiro in fessura (portare eventualmente un paio di friend medi) con chiodatura tipica di questa parete, ottima ma che costringe a passi obbligati di 6a. Buona alternativa alle molto più frequentate vie dei dintorni. Certo, la Fenech del '79 era tutta un'altra cosa...
Accesso: uscita Pont-San Martin dell'autostrada TO-AO, poi a sinistra verso il forte di Bard, superato il quale appare la Corma di Machaby. Parcheggiare nell'apposito spazio al cospetto della Corma in corrispondenza di una lieve curva a sinistra della strada. Salire il bel sentiero, attrezzato con corde fisse in alcuni tratti (meno che nell'unico punto dove sarebbero veramente utili, una placchetta spesso bagnata), fino alla parete in corrispondenza della targhetta della via Bucce d'arancia. Proseguire verso destra, superare l'attacco di Topo bianco (scritta e cordate presenti alla base) e raggiungere subito dopo un terrazzino dove partono il Diedro Jaccod e la via in questione.
Relazione: c'è chi dice che le vie del Paretone sono tutte uguali. Seppure un po' esagerata, l'affermazione ha una sua validità, ma qui è almeno necessario eccepire che il terzo tiro in fessura è decisamente bello e non comune su questa parete, aggiungendo che anche il muretto del sesto tiro presenta un passo interessante. La linea segue la direttiva di una strisciata nerastra nella parte bassa mentre la parte alta, come spesso avviene, è un po' più amorfa e perde individualità, ma bisogna sapersi accontentare. Soste attrezzate (due fix con catena ed anello di calata) e fix presenti ai tiri; chiodatura buona, ma con passi obbligati. Possibile utilizzare uno o due friend medi per la fessura del terzo tiro.
1° tiro: si sale la placca con un passo delicato e si raggiunge la sosta dove la via incrocia il Diedro Jaccod. 20m, 5c (passo), sette fix.
2° tiro: si sale appena a sinistra della sosta per poi rientrare e proseguire in verticale lungo la striscia nerastra, spostandosi lievemente a destra prima della sosta. 25m, 6a, otto fix.
3° tiro: a destra a risalire una fessura, spostarsi a sinistra (delicato) quando questa diviene sfuggente a prendere una seconda lama che si risale brevemente per traversare ancora a sinistra verso la sosta. 20m, 6a+, otto fix. Tiro-chiave della via.
4° tiro: dritti per placca lavorata con buone prese e traversino finale prima della sosta. 30m, 5b, otto fix.
5° tiro: ancora dritti lungo placche lavorate, facendo attenzione ad una lama che "suona" in maniera sospetta e rischia di cadere dritta sulla sosta. Nei pressi della cengia NON andare a sinistra verso un'evidente sosta (di Topo bianco), ma proseguire dritto (stando a destra della vegetazione) fino a raggiungere una sosta; continuare indi per placchetta fino alla cengia che conduce alla sosta. 55m, 5a, nove fix + una sosta intermedia dopo 35m.
6° tiro: a destra si vedono i fix di Topo bianco; la linea sale invece il muro verticale con un paio di passi delicati su esili tacchette (ben protetti) per poi proseguire su terreno più facile fino alla sosta. 35m, 6a+ (un paio di passi), dieci fix.
7° tiro: superare un muretto ben appigliato e proseguire su placche. 40m, 5a, nove fix.
8° tiro: ancora per placche fino a che la pendenza non diminuisce. 35m, 4c, cinque fix.
9° tiro: proseguire dritti ignorando l'uscita di Topo bianco sulla destra, superare una paretina in corrispondenza di una fessura ben appigliata e per facili placche raggiungere la sosta. 45m, 4c, tre fix.
Discesa: evitare la calata in corda doppia e seguire il sentiero che piega a destra e porta verso il borgo di Machaby. Attraversare il borgo e tenere la destra fino ad andare a prendere un sentiero che si dirige ancora verso destra in direzione della Corma. Qui parte un sentiero attrezzato che si ricongiunge a quello utilizzato nella salita. In alternativa si prende a sinistra giunti al borgo, si supera il Santuario e si scende su comoda mulattiera contornando la parete della Corma fino al parcheggio di partenza.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

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